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A dialogue between classical and modern: Berio’s references to Scarlatti and Widmann’s homage to Schubert are contrasted with original compositions of the two earlier composers, weaving both original and reference into a new whole. This juxtaposition brings to light innovations and divergences as well as a continuation of and indebtedness to the past – fertile terrain for exciting discoveries!more
"Altmeister Andrea Lucchesini ist wie kein anderer seiner Zunft berufen, neben struktureller Klarheit und klassischen Proportionen die Kulinarik der Musik zu präsentieren wie ein Haubenkoch sein Galamenü. Bei ihm sitzt jeder Ton in Form wie bei einem Maßanzug." (Der neue Merker)
Details
Dialogues
Scarlatti • Berio | Schubert • Widmann |
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article number: | 97.704 |
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EAN barcode: | 4022143977045 |
price group: | BCA |
release date: | 7. September 2018 |
total time: | 79 min. |
Bonus Material
Informationen
Scarlatti and Berio, Schubert and Widmann:
A dialogue between historical and contemporary composers
Luciano Berio's references to Scarlatti and Jörg Widmann's homage to Schubert are contrasted by Andrea Lucchesini with original works of the two earlier composers, weaving both original and reference into a new whole. Prominent modern-day composers cultivate a relationship with historical compositional styles, bringing to light innovations and divergences as well as a continuation of and indebtedness to the past.
Berio and Widmann are both closely involved with this new recording: Lucchesini and Berio enjoyed a close personal relationship during the composer's lifetime, while Jörg Widmann wrote a text for the new production and is also connected to Andrea Lucchesini.
Andrea Lucchesini is one of the leading Italian pianists of our day. His triumph at the Dino Ciani International Competition at a young age marked the beginning of his international concert career. He has since performed all over the world with leading orchestras under renowned conductors as well as in solo recitals. His primary interest lies in contemporary music. Berio's Echoing Curves was premiered by Lucchesini, and he was also involved in the composition of the Sonata, Berio's last work for solo piano. Since 1990 the pianist has increasingly devoted himself to chamber music as well, performing in many different instrumental combinations and particularly in close collaboration with the cellist Mario Brunello and the Quartetto di Cremona.
Reviews
www.giornaledellamusica.it
| 23. MÄRZ 2020 | Alberto Massarotto | March 23, 2020 | source: https://www.gior...
Die Klavierdialoge von Andrea Lucchesini
Die Wiederentdeckung dieser Audite-CD zeigt beispiellose Zusammenhänge zwischen Tradition und Innovation, von Scarlatti bis Berio
Seit einiger Zeit widmet der Pianist Andrea Lucchesini der Produktion vonMehr lesen
www.concertonet.com | 10/05/2019 | Simon Corley | October 5, 2019 | source: http://www.conce...
Faire dialoguer Scarlatti avec d’autres compositeurs, l’idée n’estMehr lesen
http://muzlifemagazine.ru | 18.07.2019 | Vladimir Zhalnin | July 18, 2019 | source: http://muzlifema...
Переплетение классики и современности –Mehr lesen
France Musique
| Lundi 25 mars 2019 | March 25, 2019 | source: https://www.fran...
Dialogues, d’Andrea Lucchesini
Un disque passionnant que l’on doit au pianiste italien Andrea Lucchesin
Un programme intelligent qui sort des sentiers battus.Mehr lesen
Süddeutsche Zeitung | 18. März 2019 | Harald Eggebrecht | March 18, 2019 | source: https://www.sued... Altes Testament
dem hervorragenden italienischen Pianisten Andrea Lucchesini [ist] eine der interessantesten CDs der letzten Zeit gelungen. Nicht nur besticht Lucchesinis ausgewogen klares, dabei unprätentiöses Klavierspiel, sondern vor allem kann er zeigen, wie sehr Musik aus ganz verschiedenen Zeiten dennoch ähnliche Wurzeln und Quellen haben kann. Mehr lesen
www.artalinna.com | 5 March 2019 | Jean-Charles Hoffelé | March 5, 2019 | source: http://www.artal... Miroirs
Les deux confrontations sont également fascinantes : les brèves fantaisies solaires de Scarlatti s’atomisent dans les diffractions lumineuses des Encores de Berio, les unes comme les autres faisant assaut de poésie avec une touche d’étrangeté qu’Andrea Lucchesini dose en magicien. Quel pianiste !, qui aura trop longtemps été absent au disque, et est resté fidèle à ses exigences intellectuelles.Mehr lesen
Classic Voice | February 2019 | Paolo Petazzi | February 1, 2019
[...] interpretazioni di grande sensibilità e finezza, in un percorso suggestivo e interessante [...]Mehr lesen
Fono Forum | Februar 2019 | Ingo Harden | February 1, 2019
Ein weiterer Versuch, musikalisch Vertrautem eine neue Perspektive abzugewinnen, indem man es mit Werken anderer Komponisten oder Stilperioden StückMehr lesen
Andrea Lucchesini spannt den Bogen bei Audite jetzt noch weiter als diese Vorgänger und verzahnt sechs Scarlatti-Sonaten mit den "Six Encores" von Luciano Serio, bringt also Musik zusammen, die kaum mehr als ihre mediterrane Herkunft verbindet. Doch zeigt sich schnell, dass die direkten Gegenüberstellungen der virtuosen Spielstücke des Don Domingo und der elementaren Miniaturen ("Erd-", "Luftmusik" usw.) seines zweieinhalb Jahrhunderte jüngeren Landsmannes dem Musikverständnis durchaus förderlich sein können.
Ähnliches lässt sich auch über die zweite Häckselung Lucchesinis sagen. Sie kontrapunktiert, naheliegender, Schuberts "Moments musicaux" mit Jörg Widmanns sechs traumhaften Skizzen, die unter dem Titel "ldyll und Abgrund" abgründige Schubert-Reminiszenzen eingängig zum Klingen bringen.
Interpretatorisch erinnert in der Neuaufnahme nicht mehr viel an das einst schwungvoll bewegte Klavierspiel des jungen Lucchesini. Der vor allem jenseits der Alpen aktive Italiener, mittlerweile ein Fünfziger, spielt hier deutlich zurückgezogener, weniger mitteilsam, "sachlicher" als früher. Aber die Aufnahme, von der Technik in unspektakulärer Direktheit registriert, ist von lupenreiner Präzision, vor allem die Scarlatti-Auswahl bietet Zeugnisse einer bis in Grenzbereiche überlegenen Pianistik.
Eine Veröffentlichung, die über den Kreis der Klavierliebhaber hinaus Beachtung verdient.
Musica | febbraio 2019 | Luca Segalla | February 1, 2019
Come un chimico nel suo alambicco, nella sua ultima registrazione (ot tobre 2017) Andrea Lucchesini fa reagire il passato e il presente della musica,Mehr lesen
Guardando più alla sostanza più che all’apparenza, Lucchesini consegna ai microfoni delle Sonate scarlattiane concrete e robuste, sostenute da un generoso pedale, molto vitali pur nella loro rinuncia al virtuosismo brillante; incastonati tra una sonata e l’altra, gli Encores di Berio sembrano proiettare Scarlatti in una dimensione atemporale, anche e soprattutto in virtù di un’interpretazione tanto rigorosa quanto emotivamente profonda.
La stessa profondità, sia nel suono sia nella compostezza del sentimento, caratterizza i Momenti musicali di Schubert, e il colore scuro di questa interpretazione si fonde bene con le meditazioni create da Widmann. Ogni dettaglio sembra nascere da scelte ben ponderate da parte dell’interprete, autore anche delle illuminanti note del booklet: la commozione all’ascolto del suo Schubert ha radici profonde, come rivela – ma dovremmo citarli tutti – il senso di desolato abbandono del Momento musicale n. 2, un Andantino al cui magnetismo è impossibile sottrarsi. Ugualmente sembra impossibile sfuggire al magnetismo dei piccoli schizzi di Widmann, un compositore che solitamente non ci entusiasma ma che in questo caso, lavorando come spesso fa sul parametro del timbro, è arrivato a creare un ciclo di rara suggestione: i sei brani di Idillio e Abisso sembrano dei piccoli germogli spuntati dai rami dell’ispirazione schubertiana, il cui vero senso risiede proprio nella stretta connessione con i modelli.
Sei domande ad Andrea Lucchesini
Come è nata l’idea di questo CD, costruito sulle intersezioni tra il repertorio del passato e la contemporaneità?
Sono partito dalla serie Berio-Scarlatti, pensata proprio insieme a Luciano Berio per un recital londinese che tenni all’interno di un festival a lui dedicato. Purtroppo non ci fu il tempo di fargli ascoltare dal vivo il concerto, ma lavorammo insieme a costruire il programma, scegliendo le Sonate di Domenico Scarlatti da alternare ai Six Encores. In un momento difficile, segnato dalla malattia e dal disagio delle terapie ospedaliere, Berio non rinunciava a progettare e lavorare, con la stessa energia di sempre: ne ero commosso ed ammirato...
Nel concerto, la serie Berio-Scarlatti – eseguita senza soluzione di continuita` – fu ascoltata con grande attenzione e ricevette un’accoglienza calorosa. Da quel momento l’ho riproposta molte volte in pubblico, e spesso mi è stato chiesto se ne esistesse un’edizione discografica.
Nel frattempo l’approfondimento della produzione dell’ultimo Schubert mi avvicinava ai Momenti Musicali, e così è stato naturale incrociare Idyll und Abgrund (sechs Schubert-Reminiszenzen) di Jörg Widmann, un musicista con cui ho avuto occasione di collaborare felicemente in concerto, sia come interprete sia come autore. L’esperimento di intersezione mi è sembrato interessante anche in questo secondo caso, e così ho progettato un doppio dialogo; i numeri hanno fatto il resto: 6 i brani schubertiani e 6 le reminiscenze di Widmann, che sommati ai 12 pezzi precedenti fanno una serie di 24 pezzi... un numero musicalmente rilevante!
Il suo sodalizio con Luciano Berio andava oltre la semplice collaborazione professionale.
È stata un’esperienza molto forte: ho iniziato presto con i concerti, grazie all’approfondita preparazione che mi aveva dato Maria Tipo, insieme ai tanti consigli frutto della sua grande esperienza concertistica. Ma dai diciotto ai venticinque anni sono stato sostanzialmente da solo, ed anche se ho girato il mondo e incontrato tantissimi artisti non mi sono trovato a stringere rapporti umani particolarmente stretti. L’incontro con Luciano Berio è stato invece fin da subito felice e intenso, grazie alla semplicità diretta del suo approccio ed alla grande fiducia di cui mi ha onorato. Gli era piaciuta la mia incisione dell’Hammerklavier, e mi chiamò per propormi di eseguire il suo Concerto II per pianoforte ai Proms di Londra, dicendosi affascinato dalla prospettiva di un’interpretazione non « specialistica ». Da quel momento i progetti si moltiplicarono, fino alla registrazione del Concerto – insieme a Rendering – con la London Symphony. L’amicizia si era stretta ancor di più in occasione del mio matrimonio, al quale partecipò come testimone, presentandosi con un dono musicale: Touch, per pianoforte a quattro mani (anche mia moglie Valentina è pianista), un pezzo ammiccante, in cui i due esecutori sono invitati dalla scrittura ad un contatto fisico molto ravvicinato, con continui incroci tra le braccia.
La frequentazione di casa Berio divenne per noi abituale ed informale, e ci permise di incontrare personalità di assoluto rilievo come Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Renzo Piano, Tullio Regge, Valerio Adami. I progetti concertistici si intensificavano insieme alle indicazioni, musicali e non, elargite con grande affetto e senza alcun paternalismo.
Intanto prendeva forma la volontà di Berio di dedicare un lavoro importante al pianoforte solo: Sonata è stata un viaggio molto impegnativo e articolato, con varie stesure ed un ulteriore, significativo intervento dopo la prima esecuzione alla Tonhalle di Zurigo, nell’estate 2001. Essere ammesso nel laboratorio dell’invenzione ed aggirarmi tra i percorsi della fantasia di Luciano Berio è stata per me un’esperienza indimenticabile.
Berio e Widmann hanno modi diversi di dialogare con il passato: quali stimoli suscitano in un interprete questi differenti approcci?
Nel caso di Berio la partenza è stata senz’altro un amore sconfinato per Scarlatti: ricordo Luciano seduto tra i leggii dell’orchestra ad ascoltare i miei bis scarlattiani, dopo che avevamo eseguito insieme il Concerto II Echoing Curves. Credo che l’idea di unire i due mondi sia nata proprio lì perché , al di là dell’evidente distanza storica, la comune attenzione verso gli aspetti folklorici più diversi e l’interesse verso l’esplorazione della tastiera sono aspetti che la scrittura di Scarlatti esalta in ogni direzione e che anche in Berio sono tra i motori dell’invenzione.
Per me Scarlatti è un caleidoscopio di colori e di gesti pianistici sorprendenti, che già da bambino vedevo realizzarsi con la massima naturalezza e inesauribile fantasia nelle interpretazioni di Maria Tipo. La musica di Scarlatti fa parte della mia formazione fin dall’infanzia, e riuscire a metterla in contatto con la contemporaneità mi ha forse permesso di trovare una via per riallacciare non solo un filo tra passato e presente, ma anche per unire il mio personale passato di allievo di una grande concertista alla maturità di oggi.
Widmann compie un’operazione di altro segno: le reminiscenze schubertiane di Idyll und Abgrund sembrano quasi scaturire dall’inconscio, come suscitate da uno stato ipnotico. Lacerti di ritmi danzanti e brevi spunti melodici improvvisamente raggelati dalle dissonanze oltre ad essere un omaggio affettuoso sono anche un gesto esecutivo che si riverbera sui Momenti musicali con l’effetto di una luce straniante.
Mi è parso interessante proporre il contrasto tra un accostamento intellettuale alla musica del passato attraverso proprie composizioni già esistenti (è la via percorsa da Luciano Berio) ed il risultato di un’adesione emotiva, quella di Widmann, al mondo schubertiano: dal punto di vista dell’interprete posso dire che, arrivato alla fine del viaggio, nessuno degli « oggetti sonori » mi appare più lo stesso di prima.
Con la musica contemporanea ha maturato un rapporto molto stretto: cosa la spinge ad affrontare il repertorio dei nostri giorni?
In realtà non ho in repertorio così tante opere contemporanee, ma sono convinto che la musica sia viva soltanto attraverso il triplice passaggio tra autore, interprete e ascoltatore, e questo può avvenire soprattutto durante un concerto. Quando mi è possibile suono quindi volentieri musica « giovane » e sempre in programmi compositi che uniscano epoche differenti, perché credo che l’esperienza dell’ascolto sia più completa e appassionante senza recinti.
Lo scorso febbraio l’ho ascoltata a Lugano nella prima esecuzione assoluta della Sonata di Fabio Vacchi, una pagina frenetica e travolgente: possiamo dire che la musica contemporanea sia uscita dal vicolo cieco dello sperimentalismo per riallacciare i rapporti con il pubblico?
La musica è in cammino e prende strade diverse che in certi momenti sono risultate parecchio impervie. Sono convinto che ogni passaggio sia storicamente necessario, ma mentre la fruizione dell’arte figurativa, in quanto immediata, non è troppo disturbata da un gesto artistico arditamente sperimentale, nel caso della musica l’ascolto non può prescindere dalla dimensione temporale: questo rende talvolta troppo impegnativo un percorso di cui è quasi impossibile percepire il senso se non seguendo il segno grafico in partitura.
La Sonata n. 1 di Fabio Vacchi pulsa di una vitalità contagiosa, e sono certo che il pubblico possa percepirne lo slancio e apprezzarne i contenuti espressivi, come è successo a me nel preparare la prima esecuzione: lavorare insieme ad un compositore di così grande spessore e capacità comunicativa è stato, ancora una volta, un vero privilegio.
Può farci delle anticipazioni sui suoi progetti discografici?
La mia collaborazione con la casa discografica tedesca Audite prosegue con un progetto legato all’ultimo Schubert. Dopo l’approfondimento beethoveniano con l’integrale delle 32 Sonate, ho sentito la necessità di un’immersione nel repertorio schubertiano, iniziando dagli Improvvisi, che ho inciso qualche anno fa per Avie Records, e proseguendo con i Momenti Musicali in questo disco Audite.
Tra qualche mese usciranno i primi due CD con le ultime Sonate D 959 e D 960, l’Allegretto D 915, i Tre Klavierstücke D 946 e la piccola Sonata in la D 537 (il cui Allegretto quasi andantino presenta una sorprendente affinità tematica con il Rondò conclusivo della Sonata in LA D 959). Il terzo disco conterrà la Sonata in SOL D 894 e la Sonata in do D 958.
Piano News | Januar / Februar 1|2019 | Bernd Wladika | January 1, 2019
Die tadellose Interpretation des Pianisten Andrea Lucchesini zeichnet sich durch eine beeindruckende Anpassungsfähigkeit für die verschiedenen Stile auf engstem Raum aus. Ihm gelingt es vorzüglich, die zeitlich weit auseinanderliegenden Stücke in der Gegenwart zu vereinen und damit Brücken zwischen Epochen, Stilen und Emotionen zu schlagen. Eine in jeder Hinsicht empfehlenswerte Aufnahme.Mehr lesen
www.pizzicato.lu | 09/11/2018 | Remy Franck | November 9, 2018 | source: https://www.pizz... Alles andere als eine Kneipp-Kur
Seit Jahren schon spielt Andrea Lucchesini eine Mischung von Scarlatti-Sonaten und den sechs ‘Encores’ von Luciano Berio im Konzertsaal. Nun hatMehr lesen
Zwischen der oft tänzelnden Musik Scarlattis und den irritierend klangpikturalen Berio-Stücken – wovon vier das Thema Erde, Wasser Luft und Feuer behandeln – entsteht eine Polarität, die aber letztlich nicht auseinandertreibt, sondern eher anzieht.
Andrea Lucchesini fordert mithin eine neue Art des Zuhörens und eine durchaus interessante Klangreise ohne Unterbrechung zwischen sechs Sonaten von Scarlatti und den ‘Encores’ von Berio. Er spielt quasi ohne die Hände von der Klaviatur zu nehmen und verbindet ein Stück unmittelbar mit dem anderen, so dass der Hörer den Wechsel vom Komponisten des 18. Jahrhunderts zu einem des 20. Jahrhunderts nicht immer direkt, sondern manchmal erst zeitverzögert wahrnimmt. Gewiss, der Pianist hilft uns dabei, weil er eher homogenisiert als differenziert, aber nur so kann das Experiment funktionieren.
Und wer befürchtete, die Gegenüberstellung von Franz Schubert und Jörg Widmann sei wegen der unterschiedlichen Gefühlswelten noch gewagter als die von Scarlatti und Berio, wird eines Besseren belehrt. Auch hier entsteht eine kontinuierliche Geschichte, und am Ende glaubt man, das sei im Original gar nicht mehr auseinander zu denken.
Lucchesini’s mix of Scarlatti with Berio as well as Schubert with Widmann is quite a stunning experience. In the Italian pianist’s playing opposites seem to attract themselves and form a new and very coherent musical story.
Neue (musikalische) Blätter
| Oktober 30, 2018 | Wolfram Quellmalz | October 30, 2018 | source: https://neuemusi...
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Neue CD von Andrea Lucchesini mit zwei reizvollen Werkpaarungen
Andrea Lucchesini verleiht nicht nur dem »Luftklavier« eine Leichtigkeit, sondern läßt die Stücke reizvoll kontrastieren, sorgt für einen Verlauf mit Steigerungen, imaginativen Höhepunkten [...]Mehr lesen
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| Heft 30 Oktober 2018 | Wolfram Quellmalz | October 1, 2018 | source: https://neuemusi...
Pianomania
Über 88 Tasten hinaus
[...] Lucchesini hat in seiner hochinteressanten Aufnahme zwei Paarungen herausgestellt: den Sonaten Domenico Scarlattis stellt er die sechs »Encores« Luciano Berios gegenüber, Franz Schuberts »Moments Musicaux« sind Jörg Widmans geniale Reminiszenzen an Franz Schubert beigefügt. Mehr lesen
Sunday Times | 23.09.2018 | Paul Driver | September 23, 2018
[Lucchesini's] performances are superb — an intensity at one with exquisiteness — and, though the juxtapositions come with a shock, they have a rightness.Mehr lesen
Der neue Merker | 22.09.2018 | Dr. Ingobert Waltenberger | September 22, 2018 | source: https://onlineme... Andrea Lucchesini dialogisiert an- und aufregend zwischen Scarlatti und Berio, Schubert und Widmann
Altmeister Andrea Lucchesini ist wie kein anderer seiner Zunft berufen, neben struktureller Klarheit und klassischen Proportionen die Kulinarik der Musik zu präsentieren wie ein Haubenkoch sein Galamenü. Bei ihm sitzt jeder Ton in Form wie bei einem Maßanzug. Mehr lesen
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Ad Andrea Lucchesini si deve una splendida registrazione delle opere di Luciano...
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This is a double interleaving of old and new pieces: Scarlatti sonatas with...
Andrea Lucchesini dialogisiert an- und aufregend zwischen Scarlatti und Berio, Schubert und Widmann